Una stanza, uno scatto, un giubbotto che profuma di prime collezioni. In mezzo, sguardi che pungono e un contratto da trattenere forte: il resto è miele e spine

Vi piace? D’accordo… lo ammetto: la foto non è delle migliori, ma non è stato facile farla. Non ho certo chiesto il permesso, per questo la testa non si vede. Scatto rubato, in ufficio, con il cellulare.
Questo è uno degli ultimi esemplari di giubbotto di cui parlavo nella prima puntata. Non lo trovate spettacolare? Per allargarlo ci sono le cerniere lampo laterali, ma poi si può anche stirare — sì, con il ferro da stiro. Ci credereste mai?
È un capo davvero favoloso. Glielo invidio un po’, devo essere onesta, e non solo perché vale migliaia di euro. Ce ne sono pochissimi esemplari: si potrebbe dire che è un vintage. Fa parte di una delle prime collezioni Mainini e vale un mucchio di soldi. Probabilmente, se qualcuno lo avesse regalato a me, l’avrei rivenduto per farmi un bel gruzzoletto. Lei però di soldi non ne ha certo bisogno — non dopo il film e il successo dei suoi romanzi.
Sono sicura, comunque, che non lo darebbe via nemmeno se fosse al verde: glielo ha regalato lui. Quando quei due sono nella stessa stanza l’aria si carica di miele. Forse sto diventando allergica… o forse dovrei ammettere d’essere un po’ invidiosa.
Luca mi guarderà mai in quel modo? Probabilmente no, visto che ultimamente non ha occhi che per Claudia. Da un lato sono contenta per lei, dall’altro proprio no. A me lui piace. Purtroppo l’interesse non è reciproco, anche se a volte sogno il contrario.
E se qualcuno dovesse chiedervelo… la fotografia non l’ho scattata io. Ci mancherebbe: non voglio farmi licenziare per una cosa simile. I mesi di contratto passano in fretta e spero sempre che alla fine mi assumano per sempre. Magari in amore il “per sempre” non esiste; l’amore non dura. Ma questo lavoro spero proprio di sì.
Alla prossima e, nel frattempo, godetevi il giubbotto.





