Tantissime madri lavoratrici sono in attesa del Bonus Mamme 2025 in arrivo nelle prossime settimane. L’Inps ha però chiarito numerosi aspetti, vediamo quali sono.
Introdotto come sostegno economico con il Decreto legge 95 del 2025, il Bonus mamme è stato poi convertito in legge l’8 agosto scorso con il provvedimento numero 118. Il suo obiettivo è duplice.

Da un lato la necessità di aiutare le madri lavoratrici in una fase economica e finanziaria complicata, dall’altro incentivare il lavoro femminile. Parliamo di una misura una tantum, che è pagata ed anche gestita dall’Istituto nazionale di previdenza. La misura integra in maniera temporanea gli strumenti già esistenti, tra cui l’esonero contributivo previsto dalla Legge di bilancio dello scorso anno.
Il Bonus mamme 2025 non è quindi, per sua natura, una misura universale, ma un sostegno più che mirato alle lavoratrici che devono rispettare precisi criteri di gettito, figli e tipologia di contratto. A chiarire tutti i requisiti è stato lo stesso Inps con la circolare numero 139 del 2025. Il sostegno può essere richiesto, in primis, dalle madri di almeno due figli, e fino a quando il secondo di essi non ha compiuto 10 anni.
Bonus mamme 2025, criteri ed esclusioni
Inoltre il Bonus mamme spetta alle madri di tre o più figli, ed il più piccolo non ha 18 anni. Inoltre, non devono aver firmato un contratto a tempo indeterminato. Questi i criteri generali per le lavoratrici indipendenti sia del settore pubblico sia del privato, escluso però il lavoro domestico. Possono beneficiare del Bonus mamme anche le lavoratrici autonome iscritte all’Inps o ad una cassa professionale o anche con accordi di collaborazione o titolari di partita Iva.
Come già accennato, sono escluse le lavoratrici madri con tre o più figli con un contratto a tempo indeterminato. Esse, infatti, usufruiscono già dell’esonero contributivo Ivs che era stato previsto dalla manovra 2024. Inoltre sono escluse coloro che superano il reddito annuo da lavoro di 40mila euro.

Il Bonus mamme 2025 equivale ad un importo di 40 euro al mese, vale a dire 480 euro l’anno. È un sostegno esentasse, e non concorre né a formare il reddito né incide sull’Isee.
È importante sottolineare che esso viene erogato in un’unica soluzione, a dicembre 2025, e tutte le domande devono essere effettuate, e di conseguenza accolte, entro questa data. Se le pratiche non fossero completate entro quest’anno, saranno pagate entro febbraio 2026. Per fare domanda l’Inps ha stabilito con la circolare numero 3289 del 31 ottobre scorso tre modalità. La prima è online, tramite portale Inps; la seconda via patronato; la terza via Contact center dell’Istituto di previdenza.





