Cappuccino, anche io da Starbucks
Cappuccino all’italiana? Anche io l’ho preso da Starbucks! Nella metà dei romanzi che provengono da oltreoceano le protagoniste, nelle storie sentimentali, finiscono prima o poi per entrare in uno Starbucks, sedersi e via!
Perchè non avrei dovuto farla anche io?
Così, in quel di Copenhagen, alla stazione centrale della città, in attesa del treno per l’aeroporto, sono entrata in un tipico Starbucks e… mi è piaciuto!
Ho fatto delle belle fotografie all’ingresso, ma ancora di più ho apprezzato l’idea di scrivere il nome di chi ha ordinato su un bicchiere, o tazzina, in modo che una volta pronta l’ordinazione il barista non debba far altro che dare una voce per trovare a chi appartiene ciò che ha appena preparato.
E così ho avuto anche io il mio bel bicchierone di cappuccino (per la verità qui le quantità sono extra e forse era davvero un quarto di litro di latte schiumoso), con tanto di tappo e cannuccia.
È stata una bella esperienza, soprattutto una assoluta novità. Non che non abbia mai girato il mondo (cioè, qualche parte di esso, ma mai ho trovato questa pratica.
Diciamo pure che era il mio primo Starbucks. Fanno così solo qui oppure è un’abitudine che hanno dappertutto? No, perchè non vorrei generalizzare per poi sbagliarmi.
Cosa faccio a Copenhagen, ve lo siete per caso chiesti?
Beh, anche se così non fosse, voglio dirvelo ugualmente! Sono ufficialmente in vacanza. Ci voleva, no? Dopo tutta l’estate passata dietro a questo schermo a scrivere e alla Mainini Fashion a lavorare, ho pensato che una pausa potesse essere proprio ciò che ci voleva.
Quindi eccomi qui!
E mi ritroverete presto con altre news da questa deliziosa città della Danimarca. Chissà che non riesca anche a fotografare la Sirenetta.
Vi piacerebbe?
Ma, a proposito di Sirenetta, lo sapevate che la storia scritta da A. Christian Andersen non è esattamente come il film animato realizzato dalla Disney?
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